Salve ascoltatori, finalmente la seconda parte di questa avventura per voi. ricordate, dopo aver ascoltato ciò che ho da dire, di condividere questa mia storia con tutte le persone che conoscete. Se mi cercate potete trovarmi anche nel vicino villaggio di Facebook, la casa in cui risiedo è questa:
www.facebook.com/hounastoriaperte. E ora, che la storia ricominci:
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Per qualche
minuto un’aura di paura aleggiò per tutta la sala. Gli invitati si scambiavano
occhiate spaventate e interrogative, si facevano domande tra di loro,
sussurravano, bisbigliavano. Che facevo io dite? Beh ho cercato di seguire il tizio cattivo
ovviamente. Certo non è stato facilissimo rintracciarlo, ma la magia di questo
mondo ha un aroma particolare. E se te lo stai chiedendo: no non sono un cane,
semplicemente riesco ad odorare la magia. Non riuscì a seguire ciò che successe
dopo, ovviamente, ma … diciamo che sono un investigatore persuasivo, e per
fortuna! Sennò vi sareste persi, probabilmente, gran parte della storia dato
che sono stato via. Da ciò che ho saputo, qualche minuto dopo che me ne andai,
finalmente un uomo con gli occhiali e i capelli sale e pepe osò rivolgersi al
re – Sire, perdoni la domanda, ma lui era …? si insomma, ha capito. –
– Ma sire,
il bambino non ha ancora un nome. – gli ricordò Dragan
– Popolo,
ascoltate, vi presento il futuro Re di Reisel, il mio erede al trono, Braxyn,
mio primo e unico figlio. – Annunciò a
gran voce il re alzando il bambino in aria mentre questo piangeva. Nonostante
la paura ancora diffusa, tutti gli invitati si inchinarono a dare il benvenuto
al nuovo arrivato.
– Problema risolto – disse il re a Dragan – ora, per favore, fai ciò
che ti ho chiesto. –
–certo maestà- obbedì Dragan –mia signora, se vuole seguirmi.– disse
infine rivolto alla regina per poi incamminarsi.
Dopo qualche minuto la sala iniziò a svuotarsi, la notizia ci avrebbe
messo sicuramente poco a viaggiare per tutte le città volanti. – raddoppiate i
turni di ronda … raddoppiate anche i soldati per turno – Il comandante iniziò a
impartire ordini alle guardie – No, Luxifer. Non serve. –
– ma … maestà, dobbiamo metterci in allerta, potrebbe tornare da un
momento all’altro e chissà, questa volta potrebbe attaccare. – cercò Luxifer di
far ragionare il re. – Non tornerà, ha detto che non lo farà. – ribatté il re – ma maestà, non vorrà mica credere
alle sue parole. – chiese il comandante – Lux, so che tieni a me e alla mia
famiglia, nonché alla nostra sicurezza, ma fidati quando dico che non lo farà,
lo conosco bene. – lo rassicurò il re.
– lei conosce quell’essere? – chiese il comandante, ma subito si rese
conto della troppa confidenza presa – mi perdoni maestà – si affrettò a dire –
come lei desidera. Ora, se non le dispiace, tornerei al lavoro. Ci sono così
tante cose da controllare. –
– Certo, certo. Vai pure. – al che Luxifer si girò verso i suoi uomini
– E, Lux … –
– Si maestà? – rispose Luxifer affrettandosi a girarsi di nuovo verso
il re – … oggi riposati, delega qualcun altro per tuoi compiti. –
– Ma … maestà … –
– è un ordine – disse il re – ora vai, ma tieni comunque gli occhi
vigili –
– Certo, maestà – disse Luxifer con un’aria di rassegnazione – ai suoi
ordini – ed infine si girò e andò verso un soldato poco più giovane di lui,
probabilmente per dargli le direttive prima di andare a togliersi l’armatura.
La giornata volgeva ormai al termine quando il re, dopo aver cenato,
decise di ritirarsi finalmente nelle sue stanze. La notte non tardò ad arrivare
e con essa qualcosa che non si era mai visto nel palazzo. A mezzanotte,
nonostante gli fosse stato ordinato dal re di riposare Luxifer non poteva fare
a meno di fare i giri di ronda, si sentiva preoccupato per il re e la regina,
ma ancor di più per il nuovo arrivato, Braxyn. Scoccata la mezzanotte tutti,
tranne le guardie, erano ormai nelle loro case, e proprio nel silenzio dovuto a
quella tranquillità si cominciò a sentire una voce. Era sottile, leggermente
acuta. Sembrava quasi una voce di … bambino! Luxifer, allarmato, iniziò a
seguire la voce che lo faceva salire sempre di più piano dopo piano, cosa che
lo rese molto preoccupato dato che le stanze del re e della regina si trovavano
proprio nei piani superiori. Cominciò a correre sempre più veloce ignorando il
fiato corto fino ad arrivare proprio sul piano delle stanze reali, percorse il
corridoio dritto, svolto a destra e iniziò ad incamminarsi verso la stanza da
letto del re della regina. Più si avvicinava e più la voce diventava nitida,
gli pareva quasi una domanda ripetuta, sempre la stessa. Lo capiva dal tono, ma
non riusciva ancora a capire bene cosa dicesse. Quando ormai si trovò a pochi
passi dalla porta della camera la debole luce della luna gli permise di vedere
ciò che aveva d’avanti: una piccola figura, alta meno di un metro, era d’avanti
a lui. Aveva lunghi capelli bianchi scompigliati, sotto questi una pallida
pelle. C’era qualcosa di anormale nelle sue proporzioni: le game erano quasi
normali, ma le braccia … quelle no, quelle arrivavano fino a terra. Gonfie,
rosse, munite di artigli e viscide. Dietro alla sua schiena si intravedevano
delle nere ali da pipistrello. Appena vide Luxifer smise di emettere alcun
suono, alzò lo sguardo verso di lui permettendogli di vedere i suoi occhi
completamente neri. Per un attimo rimase in silenzio, ma infine riprese inesorabilmente
a fare la sua domanda che ormai risultò comprensibile – tu sei il mio papà? –
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Restate ad ascoltare.
[DavetheBard]
[DavetheBard]
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